La felicità non è nei luoghi comuni

In questo articolo voglio parlarti di come spesso erroneamente si tenda ad identificare la felicità con alcuni luoghi comuni e stereotipi che sono stati tramandati da generazione a generazione ormai da tempo immemore.

Questi luoghi comuni si traducono in pensieri che, anche se non ci vengono rivolti direttamente, riecheggiano nella nostra mente e possono condizionare le nostre scelte.

Alcuni esempi

Non hai ancora un fidanzato o un marito…

…Sbrigati a trovarlo se no non ti vuole più nessuno, rimani sola, ecc.


Non hai ancora un lavoro fisso…

Non hai ancora capito in cosa vuoi specializzarti…

…Sbrigati a farlo se no non concluderai nulla nella vita


Non sei ancora mamma…

…Sbrigati perché poi è troppo tardi


Non hai ancora un mutuo, una casa, una stabilità…

…Sbrigati se no ti sentirai una fallita o un’irresponsabile immatura


Sei troppo vecchia per… (aggiungi tu quello che vuoi)

Una donna deve essere composta, amorevole, disponibile, multitasking, comprensiva, materna, santa e chi più ne ha più ne metta.


Sono alcuni dei luoghi comuni e delle aspettative sociali ancora molto attuali ahimè. Per fortuna, non la pensano tutti così. Ma nel mio lavoro capita spesso di vedere il peso di queste aspettative e luoghi comuni. Ne è imbevuto il tessuto sociale e culturale. Per questo a volte passano inosservati o sono tacitamente accettati (non da tutti, ripeto).

Non sto dicendo che occorra una rivoluzione. Di rivoluzioni ce ne sono state e non credo siano la soluzione in questo momento storico.

Quello che voglio dire, piuttosto, è che sarebbe auspicabile che tutte noi, nel nostro piccolo, cercassimo di riconoscere quando vengono rafforzati e scegliessimo di comunicare apertamente e assertivamente il nostro dissenso o disaccordo. E cosa ancora più importante riconoscessimo a noi stesse che sono luoghi comuni e, come tali, non dovrebbero avere un reale peso sulle nostre scelte e sulla nostra felicità.


Come capire se questi luoghi comuni ci stanno condizionando

Possono aleggiare nella nostra mente sotto forma di pensieri frequenti o pensieri che di tanto in tanto ci vengono a fare toc toc e ci destabilizzano e mettono in dubbio le nostre scelte.

Per capire quanto ci stanno condizionando, occorre ascoltare quali sono i nostri pensieri ricorrenti e come ci fanno sentire. Se guardiamo spesso gli altri o diamo troppo peso a quello che ci dicono le persone intorno a noi, e questo ci fa sentire inadeguate o come se ci fosse qualcosa che non va in noi, allora vuol dire che ne siamo condizionate.

Subiamo il peso di questi luoghi comuni come se fossimo portatrici di un fardello antico che ci pesa e ci schiaccia per tutte le cose che non siamo ancora riuscite a fare. E non importa quale sia l’età, questo fardello inizia a farsi sentire presto. E più lo subiamo e più ci sembra che tutti intorno a noi siano invece già sistemati e sul pezzo.


Perché è importante capirlo

Non dico che sia sbagliato per una donna volere tutte le cose elencate sopra. Penso piuttosto che subire emotivamente questi luoghi comuni non sia funzionale alla sua felicità. Scegliere di fare le cose elencate sopra perché gli altri se lo aspettano o per sentirsi adeguate non ci renderà felici. Mentre farlo perché lo vogliamo davvero, risuona con noi e accade in modo naturale e spontaneo ci permetterà di coltivare la nostra felicità.

Lo stesso discorso vale per il nostro modo di essere ed esprimerci. Non esiste un unico modo di “essere donna”, quindi, o sei così o non lo sei. Ogni essere umano femminile o maschile ha la sua personalità, lasua attitudine e ilsuo modo di essere unico e inimitabile. Già da bambini lo si può notare e salta subito agli occhi. Ciò non vuol dire che non si possa cambiare nel tempo. Penso che una delle ragioni profonde del vivere sia proprio scoprire le tante sfaccettature che compongono il nostro essere e che magari pensavamo di non avere. Se non ci credessi non potrei fare il mio lavoro di coach.

Credo anche che sia necessario esplorare le parti che compongono il nostro sé autentico per dare espressione ad ognuna di essere trovando il modo più equilibrato per farlo. Altrimenti si rischia di rimanere imprigionate nel peggiore dei luoghi comuni: quello che ci siamo cucite addosso per tutte le volte che ci siamo dette “sono XYZ… o non sono XYZ” limitando il nostro potere e potenziale illimitato.


Cosa fare con questi luoghi comuni?

In parte l’ho già anticipato prima. E’ importante:

  • Coltivare la consapevolezza di sé, metterci in ascolto di noi, dei nostri pensieri, delle nostre emozioni, delle nostre sensazioni, della nostra pancia, del nostro cuore, della nostra intuizione, della nostra energia. Favorire un ascolto attivo, profondo, olistico.
  • Dedizione e impegno (tanto) ogni giorno, determinazione nel superare gli ostacoli e fiducia che se lo vuoi, ci credi, e agisci perché accada, succederà.
  • Riconoscere che prima di tutti, siamo noi a credere in quei luoghi comuni, a dargli un peso rilevante e a lasciare che ci condizionino e condizionino le nostre scelte.
  • Uscire dalla propria “zona di comodo”, di “calma apparente”; dal proprio “centro di controllo” automatico, spesso pigro e metterci in una posizione scomoda, in cui ci esponiamo, ci connettiamo a ciò che sentiamo, entriamo in un’area sconosciuta che ci fa paura e ci fa sentire insicure o incerte.
  • Riconoscere quando qualcuno o qualcosa (un’entità, un gruppo, un sistema, ecc.) sta consapevolmente o inconsapevolmente adottando un atteggiamento o un comportamento che in qualche modo rinforza alcuni dei luoghi comuni di cui ho parlato in questo articolo.
  • Avere il coraggio di agire con il cuore, di ascoltare il nostro sentire e restituire ciò che sentiamo con assertività a noi stesse – e se lo riteniamo necessario – anche agli altri.
  • Rischiare (sì), ma sono sicura che il prezzo da pagare sarà di molto inferiore a quello che paghiamo quando abbassiamo la testa, rimaniamo in silenzio, accettiamo passivamente o rinforziamo quel luogo comune.

Chiediti “cosa vuoi davvero”. Sono sicura che ti piacerebbe avere molte delle cose elencate sopra (e non c’è nulla di sbagliato). Ma ti domando: “Sono davvero quelle cose che ti rendono felice? Vuoi davvero che quelle cose siano la manifestazione della tua felicità? O vuoi essere felice a prescindere da quelle cose?


Per concludere

Se la risposta è “vuoi essere felice a prescindere”, ti invito a iniziare un lavoro di presa di consapevolezza di cosa ti fa essere felice nel qui e ora, cosa ti fa sentire viva, entusiasta, nel flusso. Sono certa che quando lo avrai messo a fuoco, tutto il resto si manifesterà naturalmente nei tempi e nel modo che più risuona e ha senso per te. E se qualcosa non si manifesta, sono certa che la sua mancanza non avrà un impatto così destabilizzante sulla tua felicità. Avrai imparato a godere del presente, fluire con la vita e sentirti in armonia con te stessa a prescindere dalle circostanze esterne, prendendo il meglio e dando il meglio di te in ogni momento.

Se vuoi capire come il mio metodo di coaching può aiutarti a farlo, ti invito a contattarmi. Scegli tu il canale che preferisci. Mi trovi qui, su Instagram o via email a laura@doloveyourself.com. Oppure puoi prenotare una telefonata informativa qui.



I commenti sono chiusi.