Un viaggio “quasi” al centro del mondo nella terra dei 30 vulcani

Questo posto mi mancherà. Ho fatto tanti viaggi nella mia vita, ma sento che questo posto mi mancherà più di tutti.

Ho passato 10 splendidi giorni in una terra in cui mi sono subito sentita a casa. Lanzarote una delle 7 isole maggiori dell’arcipelago delle Canarie.

Abbiamo deciso questa meta all’improvviso. Un giorno ho detto “perché non andiamo a Lanzarote?”. Ma non avevo idea di quello che avrei trovato.

Prima di partire avevo sentito l’esigenza di rivedere alcune cose della mia vita e del mio lavoro. E sebbene abbia lavorato e dedicato tempo ad alcune attività mentre ero a Lanzarote, ad un certo punto quest’isola incredibilmente affascinante mi ha rapito e trasportato in una nuova dimensione.

Non so se riuscirò a spiegare le sensazioni provate o cosa rende unica quest’isola.

Partirò dall’ovvio, da quello che è visibile agli occhi. E poi proverò a riportare ciò che non lo è, ma che arriva forte e intenso nel cuore di chi arriva qui.

Come accade spesso nei miei viaggi, c’è un momento in cui decido che in quel luogo ci vivrei molto volentieri per qualche mese. Comprerei una casa e ci tornerei almeno una volta l’anno. Poi puntualmente, una volta tornata a casa, riprendo i miei ritmi e me ne dimentico.

Questa volta provo una sensazione più intensa di nostalgia mista a desiderio di fare presto ritorno.

Ho amato quasi tutto di quest’isola:

  • le spiagge incontaminate e le strade sterrate,
  • fare snorkeling tra le tantissime specie di pesci che popolano le sponde dell’Oceano Atlantico,
  • il vento tra i capelli che impedisce di mantenere una capigliatura decente,
  • la temperatura fresca dell’acqua,
  • il tramonto sul mare,
  • le casette bianche costruite sulla terra vulcanica color nero seppia,
  • le piantagioni di uva nascoste nelle buche e protette da muretti di pietra lavica,
  • le salsine tricolore che accompagnano ogni pasto (mojo),
  • il pesce freschissimo alla griglia o fritto,
  • i gamberi della zona La Santa pescati da una sola famiglia dell’isola in alcuni periodi dell’anno,
  • il formaggio fritto con la marmellata,
  • il dolce tipico Bienmesabe a base di mandorle.

Ho amato i posticini che siamo riusciti a scovare facendoci consigliare dal nostro host Pablo o semplicemente cercando nei blog di viaggiatori come noi.

I post migliori in cui ho mangiato sono stati senza alcun dubbio:

  • Palacio Ico: un gioiello nel centro di Teguise dove gustare una cena gourmet davvero speciale (come andare in un ristorante stellato senza spendere un patrimonio).
  • El Amanecer: ristorante con vista mare sempre super busy dove si mangia dell’ottimo pesce fresco e paella.
  • El Barquillo: una piccola trattoria sul mare nel piccolo paese di pescatori di La Santa che regala emozioni, come ho letto in un blog. E posso confermare che è così. Gestito da una famiglia locale offre dei piatti casarecci da leccarsi i baffi come i ceci con il pesce e i moscardini fritti.
  • Rosa`s la lía: piccolo ristorante un po’ nascosto nell’isola La Graciosa dove puoi gustare i calamari fritti del Sahara, le buonissime crocchette di pesce e tante altre specialità oltre che delle ottime colazioni e frutta fresca che viene frullata con acqua o latte per preparare dei gustosi batido.
  • Casa Morelino: un’eccellenza italiana che mi ha spiazzato. Di solito non vado mai nei ristoranti italiani quando sono all’estero. Ma questa volta complici delle recensioni stellari e il consiglio del nostro host Pablo abbiamo deciso di fermarci a mangiare da loro.

I luoghi che ho avuto il piacere di visitare sono innumerevoli. Quelli che porterò per sempre con me sono:

  • la casa del Premio Nobel per la Letteratura Josè Saramago,
  • la Fondazione di César Manrique, una volta abitazione dell’artista che nasconde tanta risonanza con molte delle mie scelte di vita e lavoro,
  • La Cueva de Los Verdes che riserva una sorpresa speciale che non ti svelerò (come hanno fatto praticamente tutti i blogger che hanno visitato questo posto),
  • la Montañas del Fuego dominata da distese di lava che mostrano tutta la potenza dell’attività vulcanica che c’è stata,
  • i piccoli paesini caratteristici come La Santa, Arrieta, Teguise, Haría, San Bartolomè dove avevamo l’appartamento in affitto (che consiglio vivamente come zona in cui stare, perché si trova al centro dell’isola e consente di raggiungere tutti i luoghi di interesse in pochi minuti).
  • E poi non potrò dimenticare i panorami mozzafiato della zona di El Golfo,
  • il lago verde de Los Clicos,
  • la forza incredibile dell’oceano a Les Hervideros,
  • le saline del Janubio,
  • la vista meravigliosa dal Mirador del Rio
  • e le spiagge accoglienti e allo stesso tempo selvaggie di Papagayo, Mujeres, Pozo, Arrieta, Famara e le spiaggie della piccola isola La Graciosa (una vera perla tutta da scoprire).

E soprattutto non dimenticherò la serenità dei volti delle persone, l’energia potente dei 30 vulcani ancora attivi che popolano l’isola; la bellezza delle cose semplici; i colori forti del nero, bianco, rosso, verde e blu; la sensazione di essere tornata dove tutto ha avuto inizio; il cuore e l’amore delle persone che hanno scelto di ritirarsi qui per tornare all’essenza e alla verità. Parlo di José Saramago e César Manrique.

Qui alcune delle loro parole che porto con me.

“Se puoi vedere, guarda. Se puoi guardare, ripara”.

“Secondo me non siamo diventati ciechi, secondo me lo siamo, Ciechi che vedono, Ciechi che, pur vedendo, non vedono.”

“L’enorme carico di tradizioni, abitudini e costumi che occupa la maggior parte del nostro cervello zavorra impietosamente le idee più brillanti e innovative.”

“Gli uomini nascono ogni giorno, dipende solo da loro se continuare a vivere il giorno di ieri o cominciare di sana pianta il nuovo giorno, l’oggi.”

“Ecco cos’hanno di simpatico le parole semplici, non sanno ingannare.”

“Viviamo su questa pianeta per un lasso di tempo così breve che ognuno dei nostri passi dovrebbe condurre verso la costruzione dello spazio sognato. Costruiamolo insieme: è l’unico modo per realizzarlo.”

“Ero destinato biologicamente a essere un pittore. Sono sempre stato sicuro, fin da piccolo, che la sola cosa che potevo fare era dipingere e creare oggetti e forme. Il mio grande insegnante è stata la mia continua meraviglia mentre osservavo la natura, di cui non ho mai potuto afferrare il suo grande segreto creativo. Il mio stupore continua a crescere ogni giorno, mentre acquisisco una chiara comprensione dell’infinita saggezza [della natura].”

“Mi hanno appena dato un premio mondiale per l’ecologia e il turismo. Non è vanità. Non mi sento orgoglioso del premio, solo felice di vedere che posso ottenere un po’ più di autorità nel consigliare agli altri di evitare di compiere delle aberrazioni al territorio. Sembrerebbe che nessuno ottiene alcun rispetto finché non vince un premio.”

“L’evoluzione della mia pittura è stata sempre guidata da quell’intuizione per la registrazione ottica dello spazio naturale che ho vissuto fin da bambino. Le impronte emozionali che, da quel momento, hanno assalito i miei sensi, sono state la causa dell’intera evoluzione della mia arte visiva.”

“Non mi piace essere classificato o etichettato. Mi sorprende sempre quando sono catalogato come pittore, designer, ecologista, architetto, scultore, giardiniere, fotografo, city planner, decoratore d’interni e così via. Le classificazioni impoveriscono l’arte perché la inibiscono. Ho sempre camminato da solo, senza paura, con assoluta libertà e senza il bisogno che gruppi formino greggi come difesa collettiva.”

Non ho amato affatto la parte estremamente turistica dell’isola che è stata distrutta e snaturata da resort, negozi e ristoranti costruiti selvaggiamente per soddisfare le esigenze di un turismo di massa globalizzato. Un turismo che indipendentemente da dove sceglie di trascorrere le sue vacanze si aspetta di trovare esattamente le stesse cose che troverebbe nel suo paese.

Una parte fortemente criticata da chi, nato e vissuto qui, ama questa terra e ne ha conosciuto e apprezzato la profonda bellezza. Non mi dilungherò oltre su questo, perché credo che abbia bisogno di uno spazio più ampio in cui si possa parlare di cosa significa essere viaggiatori responsabili e consapevoli di questa terra.

Concludo dicendo che Lanzarote è un vero paradiso terrestre. Non so cosa mi abbia portato qui. Sicuramente senza rendermene conto mi ha attratto ancor prima di conoscerla. La profonda risonanza e le emozioni che ho sentito mi hanno avvolta e fatto sentire a casa. Ho provato una serenità nuova, quasi primordiale, epurata da tutto ciò che è superfluo e non serve al vivere profondamente il qui e ora.

Ho deciso di scrivere questo articolo per condividere alcune sensazioni che sentivo l’urgenza di far emergere e sedimentare in questo spazio. Sebbene può sembrare che non ci sia alcun collegamento con i temi di crescita personale di cui parlo in genere nel mio blog, questo viaggio è stato un viaggio nel viaggio in cui ho rafforzato alcune cose importanti in cui credo. E ne ho imparate delle nuove che sicuramente influiranno positivamente sul mio percorso di crescita personale e sul mio lavoro di coach.

Sento forte la sensazione che tornerò un giorno. Per il momento continuo il mio fluire leggero portando con me solo ciò che serve e mettendolo al servizio della mia missione.

In questo post pubblicato su Instagram racconto un breve aneddoto – accaduto l’ultimo giorno prima di tornare in Italia – che racchiude un messaggio importante che porto con me da quel giorno.



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