Vocazione, scopo, missione, visione: come riconoscerli

Scopo, missione, visione, vocazione sono la stessa cosa? La mia risposta è che sono 4 parole strettamente interconnesse. Sebbene abbiano significati diversi – provengono dallo stesso “luogo”: da quella parte di noi autentica, consapevole e in equilibrio, connessa al nostro essere più profondo.

Per come l’ho descritto può sembrare un luogo immaginario e inesistente. In realtà, pur potendolo spiegare solo in modo astratto, è dentro di noi e, se ascoltato, guida consapevolmente le nostre scelte.

Per arrivare a connetterti a questo luogo, uno dei passi più importanti è raggiungere uno stato di centratura, calma e pace interiore che non può essere turbato da circostanze esterne. Solo nella quiete, infatti, tutte le domande ricevono risposta. E solo una mente calma può porre domande potenti e comprendere chiaramente cosa risuona di più con il proprio essere autentico

Solo quando raggiungiamo questo stato, possiamo porci domande come:

  • qual è il mio scopo?
  • qual è la mia missione?
  • qual è la mia vocazione?
  • qual è la mia visione?

Come queste parole sono tra loro connesse? Ed è questo l’ordine da seguire per trovare le risposte?

Non c’è un ordine preciso di risposta. Nei miei percorsi di coaching in genere dipende dal punto in cui si trova la persona che lavora con me. 

Sicuramente se si parte da zero e non si è mai riflettuto su questi temi, propongo alle mie clienti di mettere a fuoco, prima di tutto, i loro valori più profondi. Poi – attraverso una serie di esercizi, domande aperte e approfondimenti – le invito a portare la loro attenzione e intenzione sulla definizione del loro scopo. 

Non si tratta di un lavoro meccanico e, soprattutto, non va fatto con l’aspettativa di trovare subito una risposta certa. Proprio perché c’è bisogno di creare le condizioni perché tu possa sentire la risposta che risuona con te.

Ho usato il verbo “sentire” non a caso. Per rispondere a queste domande è importante mettersi in connessione con la tua parte emotiva, intuitiva e creativa che è – appunto – connessa al sentire. 

Mentre, invece, nella nostra quotidianità siamo più abituati a ragionare per schemi, concetti e modelli predefiniti che la società ci comunica continuamente, condizionando le nostre scelte e risposte e portandoci spesso a seguire percorsi molto lontani da ciò che risuona veramente con noi.

“Il nostro sentire profondo non mente se abbassiamo il volume dal gran chiasso che c’è in superficie.” 

Mi riferisco al chiacchiericcio che intasa la nostra mente di preconcetti, condizionamenti, aspettative, schemi, limiti, luoghi comuni. Frasi sentite da altri, dette e ridette e poi ripetute nella propria mente fino a impedirci di sentire la nostra voce interiore. Quella più pura e vera, quella che c’è sempre stata e sempre ci sarà (anche se continueremo a non sentirla). 


Come il concetto di ikigai può essere di aiuto

A questo punto vorrei introdurre un concetto giapponese che trovo molto poetico e più vicino al sentire che al pensare. Parlo dell’ikigai il cui significato è “scopo, spinta vitale, ragione di vita”. 

Sull’isola di Okinawa, la regione più meridionale del Giappone dove vive una delle popolazioni più longeve al mondo, il termine ikigai viene tradotto come: “un motivo per alzarsi la mattina”.

Secondo la cultura giapponese, tutti avrebbero il proprio ikigai: ciò che dà significato alla propria vita. 

Trovare il proprio ikigai è un processo in cui la nostra ragion d’essere viene rivelata piano piano, nei momenti che ci aiutano a conoscere noi stessi. Non è qualcosa che comprendiamo subito in modo consapevole. E’ un processo che non ha mai fine ed è in costante divenire. Richiede profonda ricerca interiore, molti sbagli e tentativi, il farsi innumerevoli domande e mettersi continuamente in discussione uscendo dalla propria zona di comfort. 

Soprattutto occorre essere onesti con sé stessi. Cosa ti rende felice? Cosa è importante per te? Trovare la risposta a queste domande nel tempo può mostrarti il tuo ikigai.

Bettina Lemke, autrice del libro “Ikigai: Il metodo giapponese. Trovare il senso della vita per essere felici”, descrive questo concetto con lo schema che trovi qui sotto.

ikigai

Secondo questo schema l’Ikigai è il frutto dell’unione (o possiamo anche dire l’intersezione) di 4 aspetti fondamentali della nostra vita:

  • Ciò che ami fare
  • Quello che sai fare bene
  • Ciò di cui il mondo ha bisogno
  • Ciò per cui puoi essere pagato

Personalmente, credo che qualsiasi  tentativo di forzare il concetto all’interno di uno schema predefinito non consenta di esprimerlo pienamente, soprattutto perché  l’ikigai è qualcosa di molto personale. Ed anche il percorso attraverso cui ci arriviamo è personale.

Inoltre, temo che considerare in fase di esplorazione del proprio ikigai ciò per cui puoi essere pagato può limitare la nostra visione e spingerci a escludere alcune possibilità che, invece, sono importanti per noi. Nella vita, infatti, oltre alla professione ci sono altri elementi di cui abbiamo bisogno per esprimere noi stessi. E prima ancora di focalizzarci su ciò per cui possiamo essere pagati è importante conoscere chi siamo e cosa dà significato alla nostra vita.

Spesso quando siamo sulla strada che ci conduce alle risposte è la vita a presentarci le opportunità che ci aiutano a unire tutti i tasselli e a trovare il significato che stavamo cercando senza che ci debba essere alcun tipo di forzatura o intervento più strutturato. 

Per questo nei miei percorsi non forzo mai le mie clienti a trovare subito una risposta. Ma le invito a interrogarsi, a osservare ciò che risuona con loro, a mettersi in discussione nella loro quotidianità per far emergere la risposta spontaneamente senza fretta o aspettative.

C’è bisogno di guardarsi dentro, prima di guardare fuori.


Torniamo alle parole da cui siamo partiti

Missione e visione sono due parole concrete usate spesso nel mondo del business. Chiunque abbia un’attività ha messo a fuoco una missione e una visione del proprio business che è legata ai suoi valori e a ciò in cui crede.

La Visione è COSA vuoi creare o essere, a cosa aspiri.

La Missione è COME vuoi realizzare la tua visione attraverso azioni concrete. 

Prima di arrivare a definire visione e missione nell’ambito aziendale e della propria professione è importante definire la propria visione e missione personale.

La visione è legata allo scopo profondo che guida la tua vita, ovvero l’impatto che vuoi avere sulla tua realtà, quale beneficio vuoi offrire agli altri, cosa vuoi contribuire a creare nel mondo intorno a te. 

Lo scopo è la ragione profonda per cui ci sentiamo chiamati ad agire e a tirare fuori il meglio di noi. È una motivazione intrinseca che ha radici nella parte più profonda di noi. È ciò che dà senso e significato alla nostra esistenza.

Perché lo scopo sia veramente tale richiede una visione inclusiva che metta il dare e il mettersi al servizio al centro. È solo sentendoci utili per qualcosa di più grande di noi che riusciamo a nutrire la nostra anima e a sentirci in connessione e in armonia con la vita, dando così un senso reale alla nostra presenza.

Lo scopo rappresenta la bussola, quel faro che mostra la via da seguire e orienta le tue scelte verso ciò che ti fa sentire viva e felice.


Se lo scopo è questo, come differisce dalla vocazione?

Per me sono due concetti molto simili.

La vocazione è una spinta interiore, un’inclinazione naturale ad adottare e seguire un modo o una condizione di vita, a esercitare un’arte, una professione, a intraprendere lo studio di una disciplina, ecc.

Lo scopo è definito come il risultato che si vuole ottenere, il fine di un’azione, di un comportamento di una scelta. 

Personalmente preferisco slegare all’inizio lo scopo dal risultato perchè penso che possa essere fuorviante nella propria personale ricerca focalizzarsi subito sul risultato

Ritengo, invece, fondamentale mettersi in contatto del proprio sentire per riconoscere quando ci sentiamo mossi ad agire e a tirare fuori il meglio di noi per difendere o sostenere qualcosa in cui crediamo, qualcosa che pensiamo possa davvero fare la differenza nella nostra vita e in quella degli altri. 

A quel punto quando lo abbiamo messo a fuoco, è importante chiedersi “perché” (es. perché questo mi smuove? perché è così importante? ecc.).

Per tutti questi motivi scopo e vocazione sono due concetti molto vicini tra loro ed entrambi necessari a mettere a fuoco la propria visione e missione.

La vocazione è COSA sei spinta/o o ti senti chiamata/o ad ESSERE e poi di conseguenza a fare.

Lo scopo è PERCHE’ sei spinta/o a esserlo.

Come dicevo l’ordine con cui rispondiamo alle 4 domande indicate sopra non è fisso, in quanto ognuno di noi segue percorsi differenti nella vita. Ma arriva un punto in cui questi 4 aspetti si uniscono, tutto diventa più chiaro e acquista un significato più profondo.

Per aiutarti a progredire in questo processo di scoperta di te in cui visione, scopo, vocazione e missione possano rivelarsi in modo chiaro, allinearsi e trovare espressione nelle diverse aree della tua vita e nelle tue scelte quotidiane, puoi scegliere di iniziare un percorso di coaching one to one o un percorso guidato in cui lavori in autonomia con il mio supporto a distanza. Se vuoi saperne di più, richiedi una telefonata informativa gratuita di 30 minuti qui.


Ti riporto la mia esperienza

Nel mio percorso personale ho sentito – prima di tutto – una forte spinta ad essere un canale, una facilitatrice e di volerlo essere come coach (VOCAZIONE). 

Poi ho messo a fuoco il PERCHE’ (SCOPO): “voglio aiutare le persone a esprimere pienamente se stesse in modo autentico e vero abbondando tutte le illusioni”. 

Dopodichè mi sono chiesta COSA voglio contribuire a creare con questo scopo. E la risposta è stata: “voglio contribuire a una trasformazione autentica del mondo” (VISIONE).

Infine mi sono chiesta COME e la risposta è stata: “voglio farlo offrendo percorsi di coaching ecc.” (MISSIONE) e sono andata sempre più nello specifico, finché ho creato il mio progetto autentico di rinascita (forma). Sono consapevole che questa è solo una delle tante forme che può assumere e che questa forma può cambiare, trasformarsi nel tempo e continuare ad esistere finché avrà un senso.



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