Le tre strade del successo

Qualche giorno fa ho letto un post che suggeriva di focalizzarsi sul mettere passione in tutto ciò che si fa con l’obiettivo di diventare così bravi in una particolare specialità, da non poter essere ignorati. Fin qui nulla di male, ma poi ho letto: “Segui le tue passioni” è un pessimo consiglio da dare in ambito lavorativo.

Non citerò chi ha scritto il post perché non è questo lo scopo di questo articolo. Vorrei piuttosto riflettere sull’importanza che diamo alla paura di essere ignorati. Come se essere considerati debba rappresentare l’obiettivo ultimo di qualsiasi cosa scegliamo di fare, soprattutto in ambito lavorativo.

Non fraintendermi, nel lavoro essere considerati e riconosciuti per i propri talenti, qualità, competenze è fondamentale. Ma è davvero questo l’aspetto da cui partire per mettere a fuoco la strada da intraprendere per il proprio successo personale e professionale?

La mia risposta a questa domanda è un forte no. Credo che la paura di essere ignorati e rimanere nell’ombra, sia il motivo per cui molte persone scelgono strade già battute e testate da altri. Questo spiega la grande proliferazione di persone là fuori che invitato a seguire i loro metodi vincenti. E il fenomeno sembra non arrestarsi.


Passione, Competenza e Talento

L’invito a fare qualcosa talmente bene al punto da non essere ignorati può avere un risvolto pericoloso. Potrebbe indurre a seguire una strada molto lontana da ciò che si vuole, se quel qualcosa non ha nulla a che vedere con ciò che ci piace fare, ci interessa, ci appassiona e sappiamo fare bene.

Separare la passione dal talento o dalla competenza è come separare la vista dal vedere. O detta in altre parole, togliere il gusto dal mangiare, l’udito dal sentire, e così via.

Inoltre mi chiedo: “puoi diventare bravo in qualcosa se quel qualcosa non ti appassiona fin dal principio?”

E ancora: “Puoi pensare a una persona di grande talento che non ha passione per quello che fa?” Tutti i casi che mi vengono in mente sono di persone che sono finite per perdere il loro talento, magari dopo aver raggiunto anche un certo successo. Oppure hanno usato il loro talento come il cartellino che timbri per entrare a lavoro: un pass per continuare a garantirsi una certa stabilità economica.

Il post mi ha fatto anche riflettere sul fatto che oggigiorno sembrano esistere due strade per il successo. Ed è proprio quando mettiamo al primo posto la paura di essere ignorati, che tendiamo a scegliere una di queste strade che percepiamo come delle scorciatoie per il successo.


Scorciatoie per il successo

Voler diventare talmente bravo in qualcosa da non essere ignorati non è sbagliato di per sé. È poco sano quando per diventarlo seguiamo ciò che altri ci dicono di fare o imitiamo il comportamento di persone che vengono osannate per il loro successo.

Il pericolo, quindi, che scaturisce dalla pressione che l’essere ignorati ha su di noi è quello di scegliere una di queste scorciatoie:

  • La strada della furbizia: porta alcune persone a imitare il comportamento di quelli che si credono più furbi e astuti e cercano di ottenere quello che vogliono a ogni costo, a volte, finendo per percorrere vie poco lecite o unirsi a gruppi privilegiati e dominanti.

  • La strada della superficialità: spinge una persona a sminuire la propria autenticità come se non valesse abbastanza (senza sforzarsi di comprendere le proprie qualità uniche e come valorizzarle) al fine di incontrare il consenso, la simpatia, il favore e il supporto degli altri, finendo per essere coinvolti in attività superficiali che non portano un reale valore e impoveriscono l’autenticità e la bellezza propria e di ciò che li circonda.

A causa di queste due strade ha iniziato a diffondersi l’idea che essere sé stessi e valorizzare la propria unicità sia qualcosa di sciocco, naïve, utopistico che non porta da nessuna parte, figuriamoci al successo. Abbiamo iniziato a sminuire le nostre passioni fin da piccoli dimenticandoci di ciò che ci faceva sentire vivi. Abbiamo rinunciato a mettere a fuoco i nostri sogni, ascoltando il parere di altri – persone che sicuramente ci vogliono bene e tengono a noi – e ripetendo ciò che avevano fatto altri prima di noi.

Chiunque nasce su questa terra è un essere straordinariamente unico. E per questo non può essere spinto a imboccare una strada sicura per paura che il suo passaggio su questo pianeta venga ignorato. È la scelta peggiore che possiamo fare o proporre a una persona a cui vogliamo bene.


La terza strada del successo

Ma che succederebbe se non fosse la paura di essere ignorati a motivarci? Se per un attimo ci liberassimo di questa paura? E l’unica cosa importante fosse mettersi in ascolto di sé e scoprire con fiducia e gioia ciò che la vita ha da offrirci, ciò che risuona con noi e ci fa sentire vivi?

Si aprirebbe una terza strada: una strada diversa per chiunque sceglie di imboccarla e che nessuno potrà imitare. Mi riferisco alla strada del cuore: quella che intraprendi quando segui la tua verità e hai il coraggio di essere te stessa. Anche se questo significa essere percepiti come diversi e, quindi, come strani, rischiando di non trovare il consenso, l’approvazione e l’ammirazione degli altri.

Ma bada bene! La strada del cuore non è un termine naïve che significa non mettere raziocinio in ciò che scegli di fare. Ho usato appositamente la parola cuore, dal latino cŏr, da cui è derivata la parola coraggio, proprio per distinguere questa strada dalle altre.


La ricerca di consenso

Spesso nei miei percorsi di coaching uno dei principali freni alla propria realizzazione e crescita personale e professionale è proprio questa ricerca di consenso, approvazione, riconoscimento e ammirazione da parte degli altri. Sebbene come animali sociali la componente sociale sia fondamentale, si tende ad esagerare l’importanza che può avere nella nostra vita.

Essere animali sociali significa che non possiamo vivere in isolamento dagli altri perché abbiamo bisogno di affetto, supporto, confronto e condivisione sana con persone diverse da noi. (Il film “Into the Wild” racconta molto bene questa necessità). Non implica che dobbiamo conformarci al gruppo per farci accettare e sentirci riconosciuti e realizzati.

Questo è un errore clamoroso e un freno fortissimo alla possibilità di seguire liberamente la propria strada del cuore. Cuore e successo vanno a braccetto. Se non c’è cuore non c’è successo. La mancanza di cuore e, quindi, anche di coraggio e amore porta a voler strafare e ottenere sempre di più, a volte, andando oltre l’integrità, la morale, la salvaguardia stessa del pianeta e dell’umanità. E le condizioni in cui viviamo oggi ce lo dimostrano.

Quindi cuore, coraggio, amore non sono parole frivole buttate al vento. Ma hanno un’importanza centrale per il nostro futuro e quello del pianeta. E mai come ora abbiamo bisogno di persone che tornino a credere nel significato profondo e autentico della vita e di ciò che ci fa sentire che vale la pena viverla anche correndo il rischio di essere ignorati.


In conclusione

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