Storie di Cambiamento: La Bambina nel Bosco

Inizia oggi una nuova rubrica che tratta di storie di donne che hanno fatto un percorso di cambiamento e presa di coscienza del loro potere.

Le parole che leggerete di seguito sono state scritte da Elena Ferruta, una donna straordinaria che ha deciso di accettare la Sfida di coaching “Find Your Way” : un percorso di coaching della durata di 10 giorni via WhatsApp che ho lanciato per aiutare le persone a mettere a fuoco cosa vogliono creare nella loro vita e cosa le aiuta a realizzarlo. La sfida prevede la scelta di almeno 3 carte creative collegate agli archetipi di Jung che permettono di accedere alla nostra parte creativa, emotiva, intuitiva e autentica per acquisire nuove consapevolezze e verità e favorire il cambiamento di cui abbiamo bisogno.

Ecco cosa Elena racconta della sua sfida:

In un giorno qualsiasi di fine marzo mi arriva una mail. L’oggetto è: ACCETTO LA SFIDA. 

Tra le tante mail arrivate mi colpisce quel titolo. Curiosa, la apro. 

Da due settimane circa ero chiusa in casa, mi sentivo spaventata, un po’ confusa, molto persa. 

Le cose che prima mi appassionavano e illuminavano gli occhi adesso si erano spente, sembravano appassite. Mancava un po’ il senso, le giornate erano tutte uguali, c’era un vuoto e io provavo a riempirlo di tante cose per non sentire. 

Ero chiusa in casa ma non mi sentivo A CASA. Mi sembrava di essermi smarrita nel bosco. 

Quella mail, quella sfida mi sono sembrate una risposta dal cielo. 

Mi sono detta: “cos’hai da perdere? Magari può aiutarti, in qualche modo.”

Senza pensarci troppo, fidandomi ho accettato. 

Ringrazio me stessa ogni giorno per aver accettato quella sfida, per aver aperto quella porta ed essermi messa in viaggio. 

Non potendo viaggiare alla scoperta del mondo, ho fatto un viaggio alla scoperta di me. 


Prima Tappa del Viaggio : Dove Sei?

Storia di una bambina persa nel bosco

C’è una bambina persa nel bosco, in attesa che qualcuno la trovi e la riporti a casa. 

La bambina non è da sola nel bosco. Nascosto nell’ombra c’è un animale. Ha due occhi luminosi e infuocati. A prima vista può sembrare feroce, aggressivo, nemico… solo se lo si respinge o si prova a cacciarlo via in malo modo. 

Se lo si guarda negli occhi e lo si ascolta si scopre che non è cattivo. 

Guardare quell’animale negli occhi mi ha permesso di guardare tutte le emozioni dentro di me che mi sembravano oscure, difficili, impossibili da sentire. 

Mi ha aiutata a guardare negli occhi la paura che provavo, quel senso di smarrimento e disconnessione e la tristezza di una bambina che si è persa nel bosco e non trova più la strada di casa. 

Ho potuto fare amicizia con lo sconosciuto che era dentro di me, rendere mansueto l’animale che sembrava aggressivo e che era solo spaventato. Mi sono seduta a fianco dell’ombra e piano piano una luce ha illuminato il bosco mostrando un sentiero, come un filo rosso, per poter tornare a casa. 


Seconda Tappa: Cosa vuoi? Dove vuoi andare?

La bambina vuole trovare la strada di casa

La bambina vuole tornare a casa. 

Si guarda intorno spaesata, in cerca del filo rosso che la possa riportare a casa. 

Il bosco è pieno di fiori di tutti i colori. Uno in particolare colpisce la bambina. 

Ha le radici al centro di un bersaglio e i suoi petali sono come un arcobaleno di colori. 

La bambina guardando quel fiore sente fiorire dentro di sé la speranza. Ha un filo rosso che la riporterà a casa, un centro nel quale radicarsi e una luce che illumina le ombre. 

Come quel fiore, quando sarà il suo momento, sboccerà. 

Ispirata dalla visione di quel fiore inizia a fantasticare su come sarà essere di nuovo a casa: come quel fiore si sentirà centrata, in piedi sulle sue gambe anche se arriva la tempesta, sicura, leggera, connessa e in ascolto. Al sicuro. 

Durante questa seconda tappa ho sentito il bisogno di lasciar andare un po’ le aspettative che arrivavano dall’esterno, il bisogno di compiacere, la richiesta di dover essere sempre presente per tutti. Ho iniziato a dire qualche NO, a stare con me stessa senza dover per forza fare qualcosa di utile, produttivo, costruttivo. 

Ho praticato atti di gentilezza, compassione, comprensione verso di me

La seconda tappa mi ha aiutata a creare uno spazio e un tempo per ascoltare quello che veramente volevo e per dire la verità. 


Terza Tappa: Cosa ti può aiutare?

La bambina nel bosco

Arriva la tempesta. Le foglie vengono trascinate via dal vento. 

Quando la tempesta si placa,  la bambina realizza di essere ancora qui, in piedi, ancorata, radicata. 

Il vento delle emozioni non l’ha trascinata via come ha fatto con le foglie. 

Capisce che le emozioni non sono un vento che porta via e distrugge, ma che possono essere anche una leggera brezza che fa danzare

Nella terza fase ho sentito il desiderio intimo e profondo di restare nel mio centro, di non farmi trascinare via dalle aspettative degli altri, da quello che per loro era giusto fare. 

Ho iniziato a mettere dei confini più sani, a chiudere porte che sbattevano di continuo e a rinunciare a qualcosa che mi soffocava

Lentamente, senza strappi o grandi paure, ho preso per mano la bambina e, insieme, abbiamo percorso la strada per il ritorno a casa

È stato un viaggio profondissimo e allo stesso tempo leggero. 

Mi ha permesso di conoscermi meglio, avvicinarmi a quella bambina che si sentiva persa, ha contribuito a dare senso e valore, ricchezza e profondità ad un periodo cosi incerto e traballante. 


Gli alleati

Durante questo viaggio ho avuto due alleati: Laura e le sue carte creative. 

Laura mi ha aiutata a guardare quello che stava succedendo da un’altra prospettiva, tenendomi per mano con delicatezza e rispetto, lasciandomi libera di esplorare e scoprire e aiutandomi a trovare le risposte ponendomi le domande giuste per stimolare la riflessione e l’ascolto

Mi ha dato fiducia e mi ha aiutata a intravedere una strada e una possibilità dove tutto mi sembrava ormai perso e finito. 

Mi ha aiutata a riconnettermi con me stessa, con il mio intuito e con i miei desideri. 

Non mi ha mai dato risposte preconfezionate o sentieri già tracciati. Mi ha aiutata a scoprire quello che era nascosto ma presente, e ha risvegliato il coraggio di guardare in faccia quello che mi faceva paura per scoprirne la luce e il tesoro. 

Non mi sono mai sentita giudicata da lei, è riuscita ad essere presente in modo discreto, senza essere pressante o invasiva. Ha accolto aspetti di me delicati e fragili. 

Mi ha aiutata ad integrare tutti gli aspetti e le intuizioni che emergevano e a tessere una tela comune e una visione più ampia. 

Le carte mi hanno aiutata a raccontare una storia che in fondo diceva molto di me. Mi hanno aiutata a rinunciare al controllo, ad essere meno razionale e a lasciarmi guidare dall’intuito e da una voce interiore che aveva voglia e bisogno di parlare. 

Mi hanno aiutata a lasciare lungo la strada dei semini da ritrovare al ritorno. 

Hanno stimolato introspezione e fantasia, mi hanno aiutata a trovare nuove risorse dentro di me, a guardare con occhi nuovi quello che sembrava spento o senza colori. Con le loro immagini, con le storie ad esse associate mi hanno aiutata a riconnettere parti di me che si erano separate e a sentire quello che era più giusto per me. 

Sono ancora in viaggio, anche se la sfida è finita. 


I compagni di viaggio

L’animale dagli occhi luminosi, il fiore che sboccia in un arcobaleno e il vento che fa danzare le emozioni sono i miei compagni di viaggio. 

All’inizio di questa sfida mi sentivo persa e senza potere. Non avevo particolari mete da voler raggiungere, ma sicuramente non avrei mai immaginato di poter arrivare fino a qui. Al centro di me. 

Alla fine della sfida ho deciso di chiudere una relazione che stava diventando stretta e che mi chiedeva di aggiustarmi, ogni volta un pochino di più. 

Ho compreso che per tornare a casa non mi serviva qualcuno che venisse a salvarmi, mi bastavo io. 

Per saperne di più sulla sfida Find Your Way, clicca qui.

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Elena Ferruta – Email



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